FundamentalRights.it nasce da un’idea di Carlotta Latini e di Aldo Andrea Cassi, o meglio dall’incontro delle rispettive esperienze scientifiche e didattiche.

Il ciclo di Dottorato di Ricerca con sede presso l’Università di Camerino dedicato ai Fundamental Rights, coordinato da Carlotta Latini è stata un’ottima palestra per gli studi e lo sviluppo delle ricerche sui diritti fondamentali. Il Dottorato di ricerca rappresenta infatti il luogo di elezione in cui si sperimentano nuove teorie e studi.  

L’insegnamento di Antropologia Giuridica attivato all’Università degli Studi di Brescia nel 2015, fortemente voluto da Aldo Andrea Cassi, che ne è tuttora il titolare, oltre a riscontrare il crescente vivace interesse dei futuri giuristi, si è progressivamente configurato come un laboratorio di “sperimentazione epistemologica” nell’analisi degli approcci interculturali all’idea di ‘Giustizia’ e all’aspirazione di un ‘Diritto’ che ne sia attuazione storica.

Queste due esperienze hanno trovato un incontro (talora divenuto ‘scontro’, peraltro rivelatosi assai fertile) su un terreno tanto minato quanto necessario da attraversare.

Riteniamo infatti che nonostante (o, al contrario, proprio perchè) molto si parli di “diritti fondamentali”(o “umani”, “inviolabili”, “non negoziabili”, “naturali” ecc.: la messa a fuoco semantica costituisce uno dei campi della sfida), sia necessaria una rigorosa riflessione in argumento. Riflessione che la Rivista intende condurre intersecando ricerche, competenze, esperienze e metodologie non omologate (entro angusti e segmentati perimetri “scientifico-concorsuali” come l’attuale matrice burocratica dell’Università italiana esige), ma al contrario connotate da interrelazioni epistemologiche foriere di aperture prospettiche.

Ci siamo infatti affidati, sia a livello di Comitato Scientifico, sia a quello degli Autori invitati a contribuire, a storici, giuristi, psicologi, filosofi, medici legali, nella convinzione che la sfida di cui, come Direttori della Rivista, siamo vessilliferi (immeritatamente e temerariamente, ma con autentica convinzione etica e scientifica), richieda un armamentario culturale caratterizzato da un alto livello scientifico e da uno statuto epistemologico pluridimensionale.

L’idea della rivista è maturata nel corso della prima diffusione dell’epidemia da Covid-19: durante l’esperienza di “grande segregazione” che la nostra generazione ha subito, mentre dilagava il virus, ha avuto un senso interrogarsi sul corso, e anche sul nuovo corso, che i diritti fondamentali hanno avuto, nella consapevolezza che la discussione sui tali diritti tocca nervi scoperti, tematiche complesse e spesso spigolose (tra le quali, a titolo di esempio, il ruolo delle costituzioni, la latitudine delle libertà fondamentali e dei diritti individuali a fronte di una imprescindibile tutela di un “bene comune”) da trattare nella relazione complessa, irrisolta, tra autorità e libertà.

Alla naturale, ratione materiae, vocazione giuridica della Rivista si accompagnano quindi vocazioni (e talora pro-vocazioni) afferenti ad altri àmbiti del sapere e della ricerca, diversi sed non adversi.

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